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Essere single da sempre: riflessioni e spunti utili

Anni fa essere single era, oltre che un dispiacere personale, una condizione ritenuta poco accettabile socialmente. Fortunatamente, al giorno d’oggi, le cose sono cambiate: la società si è evoluta, così come i costumi; anche le condizioni economiche e lavorative, che permettono di “sistemarsi” con difficoltà, hanno dato un contributo: si può dire che negli ultimi 40 anni c’è stato proprio un cambio di mentalità; e allora termini dispregiativi come “zitella”, o accezioni maliziose e negative verso gli uomini non sposati o impegnati ufficialmente, sono stati banditi dal sentire comune, e la condizione dei single è ritenuta una scelta assolutamente rispettabile e normale. E ci sono persone che decidono di rimanere single per tutta la vita, in modo sereno e consapevole.

Essere single da semprePotrebbe aiutarci a convivere con la solitudine e avere una sensazione di serenità e calma interiore. Non riuscire a trovare la persona perfetta, infatti, può essere fonte di delusione, malinconia e tristezza per molti.

In fondo, anche quando scegliamo consapevolmente di rimanere single, siamo ancora creature sociali e la mancanza di un partner, di un compagno, di qualcuno su cui contare può essere molto avvertita, soprattutto in momenti di vulnerabilità che tutti, prima o poi, dobbiamo affrontare.

I motivi per cui molti giovani sono single

La maggior parte dei trentenni, oggigiorno, è single o, comunque, non vive una relazione stabile e dal futuro sicuro e ben incanalato. I motivi li spiegano i sociologi, che hanno analizzato diversi aspetti della gioventù odierna. Al primo posto c’è il discorso dell’allungamento della vita: essendosi alzata la soglia di aspettativa, inevitabilmente, tutte le fasi della crescita e della maturazione si sono spostate di un decennio.

Come si suol dire, i trent’anni sono i nuovi venti e questo si riscontra in diversi ambiti: spesso a quest’età si è ancora impegnati con l’università e non ci si è ancora affermati in ambito lavorativo, in altri casi si vive ancora a casa con i genitori a causa della difficoltà di crearsi un’indipendenza economica. In generale si è meno maturi rispetto alle generazioni precedenti e, spesso, non si ha nemmeno la voglia e la volontà di prendersi impegni sentimentali seri e di iniziare un vero e proprio percorso di coppia volto, ad esempio, alla convivenza o al matrimonio o, comunque, al fatidico “per sempre“.

Se da un lato questo cullarsi in una solitudine senza responsabilità è piacevole e rassicurante, dall’altro, ad una certa età, si inizia a sentire il desiderio di avere affianco una persona di cui potersi fidare, con cui potersi confidare e sulla quale poter seriamente contare per affrontare, appunto, questa maturazione lenta e molto più complicata e ricca di imprevisti ed instabilità.
[the_ad_placement id=”classifica-siti-incontri”]Un altro motivo per cui i trentenni faticano ad intrecciare storie d’amore durature è da identificare nella cronica mancanza di fiducia nei sentimenti che caratterizza la nostra generazione. Siamo cresciuti con le pubblicità del Mulino Bianco, che ci dipingevano la coppia e la famiglia come una favola dove tutto funziona armoniosamente senza troppa fatica. Ma, se in tv ci propinavano questi esempi, nella realtà siamo stati i primi a sperimentare i fallimenti di coppia dei nostri genitori.

Siamo i primi ad aver assistito a divorzi vissuti come lotte all’ultimo sangue, ad esserci dovuti adattare ed inserire nelle prime famiglie allargate e, nell’ipotesi peggiore, a vivere in case dove l’amore eterno era solo di facciata, mascherando fallimenti e malumori. Questo ci ha portato a guardare alle relazioni attraverso un velo di paura, diffidenza e sfiducia.

Le paure dei single

Quando ci si rende conto di non essere più ragazzini e di non aver ancora una situazione stabile, sentimentalmente parlando, a volte si può cadere in un vortice di paura e sconforto. La prima conseguenza di questo stato d’animo è il crollo totale dell’autostima. Si inizia a pensare di avere qualcosa di sbagliato, di non saperci fare con i ragazzi, di non essere abbastanza attraenti fisicamente o intellettualmente, di non essere interessanti.

Si cade nella trappola del “nessuno mi vuole bene” e ci sente soli, abbandonati, persi. Cadere in questo circolo vizioso porta, come conseguenza, a chiudersi in se stessi ancora di più e minimizzare ulteriormente le possibilità di fare incontri interessanti e validi.

Quando capitano questi momenti bui, invece, è necessario reagire. Non è vero che non si riesce a trovare un compagno per colpe personali: semplicemente, al giorno d’oggi, non è semplice perché si hanno, giustamente, importanti aspettative, si è esigenti e non ci accontenta del primo che passa esclusivamente per non restare sole. È importante focalizzare la propria attenzione sul fatto che si ha ancora tutta la vita davanti e che di porte da aprire ne restano ancora un’infinità: prima o poi, dietro una di esse, si troverà l’occasione e la persona che si stava aspettando.

La paura dell’impegno a lungo termine

Se una colpa abbiamo, noi della cosiddetta generazione X, è quella di avere la capacità, spesso, di bruciare anche le occasioni più promettenti. Quante volte è capitato, pur lamentandoci di essere single, di rifiutare un invito o di non approfondire una conoscenza oltre i primi appuntamenti perché ci siamo resi conto che le cose iniziavano a prendere una piega importante? Questo accade perché, dopo una vita trascorsa a contare solo su noi stessi, a vivere solo per noi stessi ed a fare, tendenzialmente, quello che ci pareva, il solo pensiero di dover affrontare una storia seria con tutte le rinunce ed i compromessi che richiede, ci terrorizza.

Da un lato è giusto e giustificabile, soprattutto se abbiamo esperienze fallimentari alle spalle, nelle quali abbiamo dato tutto per ritrovarci poi in mano solo una grande delusione e sofferenza che non riusciamo a metabolizzare completamente. Dall’altro, però, è necessario, a volte, tentare di superare queste fobie ed entrare nell’ottica che, per amare ed essere amati bisogna, necessariamente, sacrificare un po’ di autonomia e di indipendenza.

È difficile, dopo molti anni di vita da single, pensare di dover improvvisamente dividere spazi e tempi con un’altra persona ma è l’unica maniera per poter uscire da questa condizione ed entrare piano piano nella dimensione mentale giusta per poter far parte di una coppia.
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Ritrovarsi single a 40, 50 anni ed oltre

Ancora più complicato, forse, essere o ritrovarsi single in età più matura. Non certo per una questione di vecchiaia, visto che oggigiorno questo è un concetto che non esiste nemmeno più. Ormai lavoriamo fino ad oltre sessant’anni, siamo in salute e pieni di vita ed energia anche in quella che era considerata la stagione buia della vita.

La difficoltà aggiuntiva è che, spesso, chi è solo oltre una certa età è perché ha perso il compagno della vita oppure ha affrontato una separazione o un divorzio: eventi traumatici paragonabili ad un lutto. Dopo una sofferenza così intensa e difficile da superare è molto complicato pensare di ricominciare con un’altra persona, tenendo anche conto del fardello che un matrimonio fallito alle spalle comporta. Anche in questi casi, però, spesso è solo questione di retaggi culturali: la vita va avanti, nonostante tutto, e si ha il diritto di ricominciare, di essere ancora felici, di amare ancora.

Non esistono limitazioni nei sentimenti, non ci si può imporre di non provarli ed è giusto cercarli, anche a più di cinquant’anni, anche molto oltre quest’età. Magari non saranno più innamoramenti che provocano fiammate e batticuori ma amori più tranquilli ed affettuosi ma la porta del cuore non va mai chiusa e le opportunità di felicità non bisogna mai precludersele.

Come fare ad uscire dalla condizione di single e trovare un fidanzato/fidanzata

Se l’essere single è diventata una condizione che fa soffrire, che non ci sta più bene addosso e che inizia a crearci angoscia e crisi, è forse il segnale che la nostra voglia di innamorarci e di tuffarci in un’esperienza di impegno e condivisione è matura.

A questo punto bisogna abbandonare le remore e cercare di sfruttare tutte le occasioni che la nostra vita ci offre e, anzi, fare in modo di crearcene delle nuove. A prescindere dall’età che si ha, si devono iniziare a sfruttare tutte le occasioni di uscita: non rifiutiamo più l’invito a cena degli amici, anche se sono tutti accoppiati. Non c’è niente di male a non avere un accompagnatore durante una cena e, se lasciamo fare al destino o al flusso degli eventi, è anche possibile che il cameriere carino si faccia avanti proprio perché siamo le uniche single ad un tavolo di accoppiati.
Cominciamo ad uscire anche da sole, per il puro gusto di far qualcosa che ci piace: andiamo a visitare qualche fiera che ci interessa, qualche mostra, andiamo a vedere uno spettacolo a teatro o a sentire un concerto. Non si sa mai cosa può accadere quando ci si muove: il movimento genera energie e le energie provocano eventi con un effetto domino che, finché non ci succede proprio sotto al naso, non possiamo neanche immaginare.

Di sicuro, se restiamo a casa sul divano a dispiacerci per noi stesse e a mangiucchiare davanti ad un film strappalacrime nessun Principe Azzurro verrà a suonarci al citofono.

Infine, cominciamo ad accettare gli inviti: anche se l’uomo che ci invita non è esattamente il nostro tipo, non rifiutiamo di uscire con lui una sera per bere qualcosa senza impegno. Chissà, a volte, dopo la prima impressione, può anche esserci la seconda che la annulla del tutto.